Il Counselor come Professionista della Relazione d'Aiuto:
Gruppo di Supervisione.
Richiesto riconoscimento ad AssoCounseling con crediti formativi
Premessa.
Il vissuto emozionale, l’empatia, nutrimenti essenziali della relazione d’aiuto, possono essere al tempo stesso gli elementi che paralizzano o che sviluppano il processo di cambiamento. In molte circostanze sono i sentimenti dei counselor, più ancora che le reali condizioni dei clienti, a determinare la qualità del servizio fornito. Potremmo dire che la gestione dei processi emozionali rappresenti il sale della relazione d’aiuto. E’ quindi vitale per i counselor prendere coscienza del proprio rapporto col sale: porta a meglio comprendere i desideri, i bisogni, le paure di sale altrui e, a sua volta, a migliorare la sensibilità e l’efficacia nelle relazioni professionali.
Finalità.
Fornire un confronto tra riflessioni, modalità operative, elaborazione delle esperienze al fine di meglio coniugare i bisogni emergenti con le strategie d’intervento.
Obiettivi.
Sviluppare una sinergia tra i vissuti operativi e l’uso degli strumenti tecnici, raggiungendo una migliore consapevolezza del ruolo delle tecniche ma soprattutto dello stile personale di gestione delle relazioni e delle emozioni.
Sviluppare una migliore comprensione, valutazione e, quindi, capacità di miglioramento del proprio stile personale d’intervento.
Metodo.
Elaborazione del rapporto coi processi emozionali legati al proprio operare. In pratica, si tratta di identificare e rendere funzionale il rapporto tra stati d’animo emergenti e pensiero produttivo, di indagare l'indotto nella performance professionale e di promuovere lo sviluppo di modalità dinamiche. Si utilizzeranno tecniche di apprendimento attivo in gruppo.
Contenuti (Principali punti di lavoro).
- La dialettica del rapporto ragione / emozioni come metafora del rapporto adulto / bambino, cioè l’importanza di imparare ad ascoltare e di imparare a farsi ascoltare.
- Visioni e vissuti personali, autopercezione e percezione degli altri.
- Dare un senso alle sensazioni.
- La fluidità emotiva come strumento educativo/terapeutico.
- La differenza tra coinvolgimento personale ed intimo: saper entrare ed uscire dalle relazioni.
- Vivere con entusiasmo le relazioni d’aiuto senza dipendere da esse per il proprio benessere.
Destinatari.
Tutti i professionisti della relazione d'aiuto.
Organizzazione setting.
Tre incontri a frequenza mensile della durata di 4 ore, per un totale di 12 ore. Date da concordare. Supervisione on line o presso la sede di Ferrara.
Quota di partecipazione.
Si può partecipare anche ad una sola supervisione al costo di 40 € ciascuna, chi è interessato a frequentare l'intero modulo di tre supervisioni spenderà 110 €.
Il pagamento si effettua tramite bonifico sul c.c. della Scuola Italiana di Counseling Motivazionale Integrato, c/o
BPER, Ferrara 10.
IBAN:IT43B0538713011000003174140
Per informazioni.
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Per iscriversi.
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Il Counseling Motivazionale nella Supervisione dei Counselor.
Prendersi cura di persone che stanno attraversando una criticità socio-affettiva, aiutarle a intraprendere un percorso evolutivo, a far emergere competenze e risorse, significa essenzialmente confrontarsi con tre dinamiche: la percezione di un sufficiente senso di benessere personale e di gruppo[1]; la gestione dei riverberi relazionali ed emozionali; la qualità nell’analisi delle situazioni e negli interventi operativi. Per questo è importante supervisionare le persone che per lavoro si prendono cura di altre persone. E' importante incontrarle, dedicargli spazio e risorse per mantenere attiva la crescita professionale e personale; riflettendo con loro sul significato di aiutare gli altri senza pregiudizi e senza rinnegare se stessi, sapendo coniugare la ragione con la passione, la fatica con l'entusiasmo di continuare a crescere e a migliorarsi.
La fluidità emotiva come strumento evolutivo
e come espressione di salute/benessere
La salute del singolo e del gruppo si esprime nella fluidità emozionale, cioè nella capacità di sperimentare una gamma di emozioni diversificate in qualità ed intensità. Al contrario, il rimanere spesso bloccati in un unico e persistente stato emozionale danneggia la vita del singolo e del gruppo. In molte circostanze sono i sentimenti dei counselor, più ancora che le reali condizioni dei clienti, a determinare la qualità dell’assistenza fornita[2].
Vorrei porre l’accento sull’aspetto essenziale del lavoro in supervisione: l’analisi del clima nel lavoro con i clienti. Utilizzare una modalità espressamente motivazionale significa identificare e rendere funzionale il rapporto tra problematiche emergenti e pensiero produttivo. Ma soprattutto significa aiutare gli operatori a cogliere e gestire le interdipendenze tra prendersi cura di sè e prendersi cura degli altri.
Il contributo del Counseling Motivazionale®
La supervisione è uno strumento di lavoro per il singolo counselor e per il gruppo di counselor e pertanto va strutturata in modo da rendersi operativamente fruibile. Essa si correla inevitabilmente a una strategia multimodale e richiede un’attenta formazione e supervisione relazionale e motivazionale.
Il Counseling Motivazionale, elaborato parallelamente negli Stati Uniti e nel Regno Unito negli anni '80, sta avendo larga diffusione in tutto il mondo. Viene applicato in molti ambiti ed in particolare in quelle situazioni in cui è importante migliorare la qualità percepita del "qui e ora" del cliente e l'attenzione ai vissuti emotivi del counselor.
Il contributo motivazionale al setting della supervisione si caratterizza in alcuni principali obiettivi di lavoro:
- Creare nel team di counselor un orientamento comune ed una capacità condivisa di lavoro.
- Costruire il profilo motivazionale del cliente e individuare le adeguate strategie d’intervento.
- Monitorare la gestione degli interventi ed elaborare eventuali correttivi.
La supervisione tocca principalmente tre aree: IDENTITA’ PROFESSIONALE/PERSONALE; I PERCORSI DELLA MOTIVAZIONE; LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO. L’entità di approfondimento di un’area anziché di un’altra, dipenderà dalle situazioni di gruppo che si manifesteranno durante i lavori. Il metodo è interattivo, alterna momenti di breve esposizione concettuale a sessioni di lavoro esperienziali per sperimentare e applicare su di sé tutte le elaborazioni metodologiche.
La metodologia mette a disposizione un percorso di:
- Ricognizione delle interconnessioni fra specifico professionale/identità/aspettative/ operatività/contesto/vissuti personali.
- L'elaborazione dei percorsi della motivazione/percorso evolutivo.
Contenuti esemplificativi.
AREA 1: IDENTITA’ PROFESSIONALE/PERSONALE
Il senso del lavoro nella relazione d’aiuto.
Aspetti economici, organizzativi, emozionali.
Riverberi emotivi di chi opera a contatto con il disagio.
Manifestazioni del cliente, reazioni del counselor.
Come lo stile operativo si riflette nei vissuti personali.
AREA 2: I PERCORSI DELLA MOTIVAZIONE
Motivati si nasce o si diventa?
La motivazione nei clienti.
La motivazione nei counselor.
La ricognizione della motivazione.
AREA 3: LA GESTIONE DEL CAMBIAMENTO
Imparare dalle resistenze.
Riconoscere le ambivalenze e lavorare con esse.
Alcuni indicatori motivazionali: frattura interiore, autoefficacia, disponibilità al cambiamento.
La bilancia motivazionale.
Valori, emozioni, senso di sè.
Dalla contemplazione alla decisione all’azione.
Bibliografia di riferimento.
Antonio Bimbo, (2014), Il Counseling Motivazionale Integrato con le neuroscienze, pp. 14-25, Rivista Italiana di Counseling, anno 1°, n. 1. (fornito ai partecipanti alla supervisione).
[1] Cfr. A. Bimbo, Iniziazione al benessere interiore, Mediterranee, Roma.
[2] Ibidem, Emanciparsi dalle dipendenze, Franco Angeli, Milano.
[3] E.L. Rossi, D. Nimmons, Autoregolazione del sistema mente-corpo, Astrolabio, Roma.
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